Il telegrafo: la storia della comunicazione a Mercatopoli
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Il telegrafo: la storia della comunicazione

Domenica 21 Febbraio 2016

telegrafo senza fili

In questi mesi vi abbiamo trasportato nella storia con i nostri oggetti, beh, i vostri oggetti. E anche questa volta non vogliamo deludervi. Ciò che è arrivato in negozio nelle scorse settimane è ancora una volta un pezzo della storia, questa volta si tratta della storia delle telecomunicazioni.

Oggi diamo per scontato il nostro modo di connetterci e comunicare con gli altri. I nostri figli nascono e già sanno istintivamente comunicare tramite web, social, messaggi. Ma non è sempre stato così. 15 anni fa i Nokia 3310 sembravano il meglio (e diciamocelo, per certi versi lo sono anche oggi). 20 anni fa le tessere telefoniche erano il nostro strumento principe per telefonare dalle cabine telefoniche, tanto da diventare dei fantastici collezionabili ricercate tuttora.

30 anni fa con i telefoni a disco impiegavamo anche uno o due minuti a comporre un numero di telefono, ricordato a memoria o scritto sulla rubrica nel cassetto, in bell’ordine. Ma noi torniamo ancora più indietro nel tempo, a quando non era il telefono il mezzo di comunicazione più diffuso, bensì il telegrafo.

La storia del telegrafo e della sua evoluzione

telegrafo 

Il telegrafo nacque ufficialmente nel 1837. Samuel Morse inventò un sistema telegrafico elettrico che utilizzava impulsi di diversa durata (codice Morse) attraverso cavi elettrici per codificare lettere e numeri. La prima trasmissione ufficiale fu tra Washington e Baltimora nel 1844.

In poco tempo la rete di cavi e ripetitori si fece sempre più fitta, la tecnologia sempre più sofisticata ed efficiente, operatori specializzati erano in grado di trasmettere messaggi in codice Morse alla velocità di 100 caratteri al minuto. Ve li immaginate i nostri adolescenti dal superpollice a digitare su Whattsapp in codice Morse?

“Gli uffici telegrafici intermedi (Relè), nodi della rete, instradavano i messaggi fino a destinazione. Il lavoro veniva svolto a mano: i messaggi ricevuti erano letti e consegnati all'impiegato che li ritrasmetteva sul tratto successivo. Questo perché la corrente era continua, che non tollera lunghe distanze, e perché essa era fornita da batterie non esistendo altro metodo di produzione della corrente elettrica. Sulla rete telegrafica viaggiavano messaggi privati e le notizie ai giornali dei corrispondenti: adesso nascono le agenzie di stampa, prima la Reuters.” (fonte: wikipedia)

Il ventennio successivo vide la continua evoluzione di una tecnologia che permettesse di posare cavi sottomarini in grado di trasmettere i messaggi da una costa all’altra, tra alterne vicende e sfortunati eventi. La ricezione di messaggi intercontinentali era difficoltosa, lenta, spesso imprecisa.

Nikola Tesla fu il primo, nel 1891, a lavorare con la telegrafia senza fili con un sistema di trasmissione di energia senza fili che serviva anche per la trasmissione di onde radio, sistema alla base di qualunque sistema radio successivamente sviluppato, compreso il sistema di telegrafia senza fili depositato e brevettato nel 1896 da Guglielmo Marconi.

Da allora molte cose sono cambiate, sebbene il sistema telegrafico sia stato usato fino a pochissimi decenni fa anche in Italia ad esempio per la spedizione di telegrammi. Solo dal 1999 il suo utilizzo in ambito marittimo non è più obbligatorio ed è rimasto una grande passione solo dei radioamatori per le comunicazioni a lunga distanza, in quanto più efficace con trasmettitori a bassa potenza.

Un altro pezzo di storia a Mercatopoli Bologna Porto, un altro oggetto affascinante da mostrare ai propri figli e nipoti… quando alzano lo sguardo dallo smartphone...