Porcellane usate: una storia come tante nell'Italia che rinasce
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Porcellane usate: una storia nell'Italia che rinasce

Mercoledì 21 Ottobre 2015

Ve lo avevamo promesso. Non ci saremmo limitati ad esporre i nostri oggetti più belli senza raccontarvi la loro storia. E anche questa volta è arrivato a Mercatopoli Bologna Porto qualcosa di davvero unico. Un oggetto che portava con se, letteralmente, la storia di una vita.

La porcellana è sempre stata un simbolo di eleganza, fascino e raffinatezza. Le porcellane più belle e preziose venivano conservate con cura, tramandate, spesso chiuse nelle vetrine per non essere alla portata dei bambini e dei nipotini. Chi non ha avuto una nonna che teneva quasi nascosti, quasi mai esposti, gli oggetti per la casa più preziosi?

Per questo a Mercatopoli Bologna Porto abbiamo la fortuna di ricevere spesso porcellane usate perfette, in ottime condizioni, pregiate. Alle volte ci arrivano nei modi più strani, a volte ci raccontano la loro storia. È questo il caso. Uno scatolone proveniente dallo sgombero di una soffitta e dentro due meravigliosi vasi in porcellana, perfetti. E insieme a questi vasi una serie di fotografie che sembravano messe lì apposta. È così che la storia è venuta alla luce…

“Voi ora mi vedete così, voi vedete questi due vasi, vi siete già fatti un’idea di come potrebbe essere stata la mia vita. Ma non è sempre stata party, cene di gala, uscite a teatro, oggetti preziosi e una bella casa. Sono nata negli anni '20. La Grande Guerra era finita da poco, si raccoglievano i cocci, si piangevano i morti e i dispersi.

La grande depressione del ’29, forse perché ne sapevamo ben poco, non ha stravolto le nostre vite. Ma c’era ben poco da stravolgere, a dire il vero. La mia era una famiglia contadina, semplice, bastava poco per essere felici. Il mondo intanto andava avanti e io volevo andare avanti con lui. Non mi accontentavo, non potevo accontentarmi.

La Seconda Guerra Mondiale fu un altro duro colpo, ma poi arrivarono gli anni del boom economico. Mi sposai con un uomo che grazie al duro lavoro fu in grado di darmi tutto ciò che potevo desiderare e anche di più. In quegli anni, chi viveva in città, era un privilegiato.

Nuovi lussi divennero alla portata di tutti, la televisione portò il mondo nelle case. Ricordo la nostra prima tv, nel ’59. Eravamo dei privilegiati a potercela permettere. Vedemmo lo sbarco sulla Luna, vivemmo il ’68 e credetemi, essere parte della ricca borghesia, a Bologna nel ’68, non era tutto rose e fiori.

Furono anni bellissimi, gli anni ’60, nonostante tutto. I bambini, le feste, i galà, il teatro. Era facile a quel tempo vivere bene. Ma forse io ero più fortunata di altri. Poi i bambini sono cresciuti, si sono fatti una posizione, e una famiglia. L’età avanza, i nipotini crescono. Il mondo è così diverso ora.

Un oggetto prezioso, come questi miei vasi a cui ero tanto legata, che importanza ha per voi? Per me erano un simbolo, un simbolo del mio percorso, da una vita povera ad una vita agiata. Siamo così diversi, io e voi, noi e voi. Ora vedo ragazzini vivere con gli oggetti e non con le persone, parlare scrivendo sul un telefono e non con un amico al parco. Vedo oggetti buttati via con grande facilità. Ma pensateci un po’… guardate queste porcellane e queste fotografie. Questo è ciò che resta a voi, di me, della mia storia, della mia vita. Pensate che sia un po’ poco? Invece è tantissimo.”